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DA ABELE

 

Un giorno Billy mi ha chiesto se avrei potuto fargli “qualcosa”.

Superato un certo stupore per cotanta audacia cui non si sono mai spinti i miei amici più stretti, ho pensato che dopo 36 anni che lui e Roberto mi sfamano e dissetano con mia somma soddisfazione, e visto che da subito ci siamo riconosciuti piuttosto belli, rientrano a pieno diritto-merito-sentimento tra i miei affetti più antichi e cari.

-Billy, io faccio scacchiere con scacchi. E’ un lavoro della madonna, non ne ho voglia! Cosa ti faccio?

-Ma no, non dico una scacchiera! Non so, quello che vuoi. Una cosa piccola.

Forse lui avrebbe voluto una barca, ma a me le barche sono pressoché indifferenti. La vedevo una cosa complicata da realizzare. E poi, non avevo alcuna intenzione di fare qualcosa che non mi attirasse, non mi divertisse. Accidenti a me! Però ho promesso che gli faccio qualcosa.

E’ passato quasi un anno, quando mi è venuta in mente una “sfida” degna e giusta: faccio la Trattoria da Abele! Sì, mi piace! E non è mica complicato, nooo ! Ma chi me lo fa fare? In cosa mi vado a impelagare!... però… l’idea mi piace… è folle, ma mi piace.

Non mi bastava: in corso d’opera ho pensato (potenza della creazione!) di portare il mare a Milano (che neanche Bottino e Solvio ce l’hanno fatta!). Così ti ci metto anche ‘sta benedetta barca! ...e ci metto pure te che la “conduci” (“governi” non mi va bene: chissà perché mi fa pensare a qualcosa di triste e sporco). E già che ci sono ci metto anche un cliff dell’Irlanda, che ti è nel cuore, e uno scoglietto, che è nel cuore a me perché è ligure (come si può chiaramente notare!). Ah, la banda neroazzurra sulla vela va bene anche a te: l’Atalanta ha gli stessi colori della mia Beneamata.

Metti oggi, aggiungi domani, dopo quasi due anni da quel giorno (che gestazione, eh?!) è finalmente nato quel qualcosa che Billy NON mi aveva chiesto. Piccolo, no? e soprattutto non complicato!

Sappi che, tra qualche bestemmia e atti di fede, e tranne che nelle giornate buie in cui non ho voglia di lavorare/giocare anche perché non ci vedo un tubo, mi son divertito un sacco! Infine, confesso che, quasi quasi, spero tu mi dica “Grazie, ma non so dove metterlo, e poi, scusa eh, non mi piace molto”, e che me lo tiri addosso. Metaforicamente, s’intende: si romperebbe tutto. A proposito, ricorda sempre che, nonostante la corazza di plexiglas, la creatura è molto, molto delicata.

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